Il video dell’installazione collettiva

Immagini della installazione

http://www.flickr.com/photos/undicisettembreduemilasette/

http://www.dvkevo.com/11092007/

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Un sostegno per la pace, come è andata

Riportiamo di seguito un bell’articolo di Diletta Parlangeli, giornalista del gruppo EPolis, apparso a pagina 33 del numero odierno de Il Firenze in cui si racconta la performance che si è svolta ieri in piazza della Signoria.

A breve inseriremo in questo blog anche foto e video dell’evento.

Invitiamo chiunque abbia partecipato od assistito alla performance a lasciare un commento per raccontare la propria esperienza, o ad inviarci foto o semplicemente a segnalarci “Io c’ero”.

Grazie a tutti.
Una spalla su cui piangere di Diletta Parlangeli.

Il silenzio. L’opposto di quel frastuono che scosse l’America e il mondo intero anni fa, è stato uno dei modi per ricordare l’undici settembre 2001 qui a Firenze. Il capoluogo toscano non ha dimenticato la ricorrenza durante tutto l’arco della giornata, dando vita ad una performance pomeridiana in Piazza della Signoria e all’appuntamento serale “Ponti per la pace”. Arte e musica sembrano essere ancora i mezzi preferiti per veicolare messaggi di pace e speranza, e così mentre Vasco Rossi ha dedicato all’anniversario delle Twin Towers il suo concerto
all’Artemio Franchi, il pittore Paolo Gennaioli ha donato una sua opera alla pinacoteca del Consiglio Regionale della Toscana. La cultura parla alle persone molto meglio di quanto riescano a fare ridondanti discorsi più o meno istituzionali.
E’ per questo forse che ieri pomeriggio alle due e mezzo in piazza della Signoria già si adunavano le prime persone che volevano prendere parte all’iniziativa ideata dalla giovane artista Manola Maiani intitolata “Un sostegno per la pace”. Un sorta di installazione umana, durata dalle 14.46 fino alle 15.03, il tempo che trascorse tra un attacco e l ‘altro alle due torri gemelle. Ogni persona avrebbe dovuto abbandonarsi appoggiandosi all’altra e restare così, praticamente a peso morto, pe diciotto minuti. Un gesto di fiducia verso l’altro. C’erano una nonna con la sua nipotina, una mamma con il suo bambino e poi, oltre a diversi rappresentanti delle istituzioni locali, gruppi di amici. Nel corso della performance si sono uniti turisti e passanti, alcuni del tutto ignari di cosa stesse accadendo.
Due giapponesi si sono fermati a chiedere informazioni e poco dopo si sono ritrovati mano nella mano con l’assessore allo sport e alle tradizioni fiorentine del Comune Eugenio Giani. È
stato lui infatti a proporre una “variazione sul tema” all’iniziativa, dando vita ad un grande cerchio di persone che si è allargato fino a circondare il cuore intero della piazza. Sono molto contento di vedere questa partecipazione – ha commentato – è un’ottima “edizione zero” che andrà senz’altro ripetuta.
Dello stesso avviso anche Izzedin Elzir, imam di Firenze : È un modo importante – ha detto – per tutti i cittadini, di Firenze e del mondo, per dire no al terrorismo e sì alla convivenza pacifica. Toccati anche gli studenti della Sarah Laerence College di Firenze, che hanno partecipato in 38: Sono sorpresa – dice Kaitie di Chicago – di come un altro paese abbia pensato a questo .
Non si è abbandonata agli entusiasmi invece l’artista Maiani: Me la sono semplicemente goduta, dopo aver avuto la testa dura per portare in fondo l’idea . Alla fine della performance un po’ di paura per una valigia lasciata incustodita nella piazza, ma non era che l’arte dei Ciboideale di Livorno.
Dopo il pomeriggio di arte partecipativa, Firenze ha ricordato l’11 settembre con i “Ponti per la pace”, a cui hanno partecipato i Modena City Ramblers con uno spettacolo dal titolo “Make music, not walls”. La serata è poi proseguita con le commemorazioni e l’intervento di molti rappresentanti delle istituzioni e collegamenti internazionali.

Ogni individuo è un mondo

Non se ne può più di sentire belle parole sulla necessità della pace nel mondo. Bla, bla, bla…ma poi tu(io) che parli cosa fai nella tua intimità? Tu(io) che parli di pace sei davvero capace di entrare in contatto con gli altri? Riesci a fidarti, anche solo per pochi minuti, del sostegno di un corpo estraneo al tuo? E quel contatto, quella cerniera importantissima da studiare, ti da fastidio o piacere? Perchè? Come fare a rendere fluidi i pochi punti di contatto tra due mondi? Lo chiedi al mondo, ma tu sei capace di farlo? Sei disposto a cadere? O ad aggrapparti a qualcosa/qualcuno/un altro mondo che non è il tuo, ma almeno da fuori (2gambe, 2braccia, una testa ed un busto) sembra simile? Perché lo senti così diverso? Perché nel contatto ti irrigidisci? Lo rifiuti o ci riprovi? Cerchi di capire cosa stai facendo tu o stai pensando che è sicuramente l’altro che non sa farlo, che non sa entrare in contatto con il tuo(mio) mondo?

Nel mondo ‘umano’ fare pace è la cosa più difficile, semplicemente la cosa più difficile da raggiungere! Secondo te(me) è impossibile?

FARE NON DIRE, GRAZIE.

Possibilità

L’installazione collettiva è una possibilità che il Comune di Firenze concede a tutti i cittadini (tutti! di qualsiasi nazionalità, cultura e religione) per riflettere insieme su quanto difficile sia davvero questo nostro quotidiano stare insieme. La guerra è ovunque, la guerra è tutti i giorni ed è troppo facile criticare quella che non ci compete o quella che si consuma lontano dalle nostre case.

Firenze non vuol parlare di Oriente o Occidente se non nei termini che accomunano la enorme difficoltà che c’é (e iniziamolo a dire!) nello stare insieme: dalla coppia, al rapporto generazionale genitori-figli, ai consensi di governo, fino ad arrivare a carrarmati che sparano a corpi che non riuscendo a trovare un dialogo sano con l’esterno si scoppiano e scappano.

Siamo in questo mondo, é il nostro mondo, non rimandiamo tutte le responsabilità a sfere che non ci competono mai, partiamo da NOI.

aaa.cercasi disperatamente cuori

Con il denaro si compra, con il cuore si cambia.

Tu?

Chi di noi, può affermare di aver scelto. Tu? Tu hai scelto dove sei nato? Di che cultura/religione erano le persone che ti hanno cresciuto? Di che colore fosse la loro pelle? Hai scelto come chiamarti? Che cosa, dimmi, credi di aver scelto?

Forse si può scegliere dopo, dopo aver compreso che non si può scegliere, ma solo condividere qualcosa che infondo, è estraneo a quasi  tutti.

Opera

Ogni incontro è la costruzione di un opera.

Fede

La fede 

di qualsiasi religione sia

è qualcosa di diverso

da avvallare responsabilità proprie

a qualcosa o a qualcuno

a cui risponderemo in futuro.

Noi

Veramente gli uomini scendono in piazza solo per chiedere o andare contro qualcosa? Questa volta a Firenze andremo in piazza per non chiedere ma per stare, non per interesse ma per amore, PER PROVARE, TENTARE, NON CONTRO MA CON, con tutti noi, un Noi che spera di essere il più grande possibile e di avere il CORAGGIO necessario per farlo.