11-09-2007

Undici settembre duemilasette, una installazione collettiva

  • Meta

La genesi

La  prima lettera inviata al Sindaco di Firenze nell’estate del 2004.
Preg.mo Sindaco

Le sottopongo il progetto e richiedo il permesso di svolgere un’Installazione Collettiva in Piazza della Signoria il giorno 11 settembre 2007; l’Installazione Collettiva viene condivisa per pochi minuti, il tempo trascorso tra l’entrata del primo volo nelle Twin Towers di New York ed il secondo. Soltanto pochi minuti dunque.

L’idea nasce da una forte esigenza di esprimere la presenza di Firenze nel “contemporaneo”. L’undici settembre è una data focale nella storia contemporanea, ciò che accadde e tutto quello che sta accadendo, è sicuramente fonte di riflessione per la maggioranza dei cittadini, per qualcuno addirittura di paura.

Firenze non ha mai avuto una voce contemporanea, almeno evidente, come se non esistessimo. Firenze sembra sempre nascondersi dietro un passato che potrebbe essere minato da un momento all’altro….In questa tragica prospettiva cosa rimarrebbe? Cosa rimarrebbe a noi fiorentini? Rimarremmo noi contemporanei, con la nostra desolazione per tutto ciò che vediamo accadere, non troppo lontano da noi; con tutta la nostra “umanissima” umanità che non si dilunga in giudizi sterili di parte ma costruisce forme silenziose e rispettose, che presenti, avrebbero più significato di tante parole ascoltate, oramai, solo dagli addetti ai lavori. Invece, noi ci siamo.

L’Istallazione consiste in figure umane che a coppia si reggono l’un l’altro, lasciando il proprio peso con fiducia sulle spalle di un’altra persona (l’immagine qui sotto, esplica la posizione). Piazza Signoria riempita di persone che affidano il loro corpo alle forze dell’altro, con fiducia pur non conoscendolo. Che sia questo l’unico modo per stare in piedi nel mondo?

Your browser may not support display of this image.

Un po’ di retorica? Forse, ma è pur vero che in natura non esistono forme isolate e se esistono non hanno durata nel tempo. Ma perché fare un’istallazione? Perché dire che Firenze c’è? Per cosa? Per chi? A quale scopo?

Perché

se qualcosa è inutile

lo è tutto

se qualcosa è utile

lo è

e forse più

il resto.

Perché fare dunque questa istallazione in Piazza Signoria e non in Piazza della Repubblica? So bene che un’ordinanza protegge Piazza della Signoria come luogo simbolo da uno sfruttamento al quale sicuramente andrebbe incontro per la sua stessa natura, ma credo sia fondamentale che, se esiste una voce contemporanea di questa nostra Firenze, debba uscire prima di tutto dalla nostra piazza civile, troppo spesso proprietà solo dei turisti.

Piazza della Signoria è la piazza civile di Firenze, la nostra piazza, credo che sarebbe bello che per una volta, cioè per quei pochi minuti, i Fiorentini se ne riappropriassero. Un secondo motivo dell’importanza di Piazza Signoria per l’Istallazione è la Loggia dei Lanzi, anche per quella loggia sappiamo bene di essere famosi in tutto il mondo, ma quanto ci rappresenta oggi quella loggia? Quanto quelle splendide opere d’arte sono in grado di rappresentarci? Per una volta forme semplici ma contemporanee, le nostre, unite al vertice, richiamando la forma a triangolo tanto comune, direi storica, a Firenze grazie alla formella del Brunelleschi per il concorso della porta del Battistero. Tali forme ripetute e silenziose convivranno nella piazza civile per dare una voce a Firenze, che non vuole giudicare nessuno, non vuole criticare nessuno, ma che almeno prende una posizione fisica (in analogia anche a quella presa dai kamikaze), senza giudizio ma presente e anche fiduciosa per una possibile coesistenza materiale, in questa piccola sfera chiamata Terra.

Perché dovrebbe dare il permesso per la realizzazione dell’iniziativa di un privato? Quanto l’idea di un singolo cittadino può rappresentare l’idea, il sentimento, l’anima di una città? E’ vero, l’idea è mia ma senza la presenza degli ipotetici intervenuti l’Installazione non avverrà come è giusto che sia, perché non conta l’idea di un singolo, ma la rappresentazione di un’idea collettiva.

Credo che la grande differenze tra l’arte classica e quella contemporanea sia questa: l’autore non ha più l’illusione di poter “bastare” con una propria opera, prodotta in solitudine e magari anche in sincerità; l’autore non è più uno, ma molti; l’opera non è più sua, ma di tutti.

Se la mia idea non sarà recepita come “propria”, i cittadini quel martedì mattina staranno nelle loro case, se invece sentiranno di aver avuto voglia (chissà forse già lo scorso anno!) di prendere una posizione, di dar forma ad una riflessione, allora verranno, e l’idea non sarà più mia, ma nostra.

Spero di essere stata almeno chiara, se non esaustiva.

Tengo a farle sapere che la sottoscritta due anni fa ebbe il permesso del Questore per lo svolgimento della Installazione suddetta, in quel luogo e in quei minuti di quel giorno.

Per avere un’idea della persona che le sta parlando le allego un curriculum-vitae e specifico di non appartenere a nessun partito politico e di voler evitare qualsiasi strumentalizzazione.

Ringraziandola per l’attenzione, le porgo i miei più cordiali saluti.

Manola Maiani

Leave a comment